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"In questo libro il personaggio che dice io non è immaginario ma reale, anche se la sua vita, che ha chiesto prepotentemente di essere raccontata in versi, a tratti è immaginata, scorciata, volontariamente travisata. Giovanni Antonelli è esistito davvero. Era un poeta, un vagabondo, un 'demente' che è stato internato in molti manicomi o carceri delle Marche (Fermo, Macerata, Ancona) e d'Italia (Napoli, Aversa, Roma). Era un anarchico, un anticlericale, un miserabile, e forse per questo il suo paese d'origine, che è anche il mio, ne ha completamente cancellato la memoria, come poeta e come uomo".